Laudes Regiae | Venezia

 

Laudes Regiae

June 8 - July 29, 2007 | Convento Santi Cosma e Damiano, Giudecca, Venezia

Catalogue with texts by Maria Livia Brunelli, Beppe Caccia, Paolo Toffolutti, Saramicol Viscardi

Graphic project Matteo Rosso
Andrea Morucchio's installation Laudes Regiae is a work that proposes transversal connections between historic heredity, spiritual journey and socio-political contemporaneity. 

Developed for the space of the ex Convent of Saints Cosma and Damiano, XI century, it consists of 17 frosted blown glass helmets, Celata inspired by a sallet from the XIV century, of images projected using various techniques of the Wolf of Passau, the effigy emblazoned on the swords produced in the Middle Ages and of the audio track of the so-called Laudes Regiae, the Chorus for the Crowning Mass, XI century

Laudes Regiae is the result of the combination of the bare, minimal context of the Hall of the Fireplace and the installative elements. The ambience is illuminated solely by natural light pouring in through the fourteen windows. The light is filtered and diffused by the veils of white cloth, which render the whole exhibition space homogenous, enveloping and hieratic. 

Andrea Morucchio’s stimulus and proposal for reflection, thus use a “high”, clean aesthetic, which is intensely evocative, in order to arrive at equally profound rational themes. The title of the installation project, Laudes Regiae, refers to the definition given to a particular genre of liturgical invocation which accompanied the crowning of sovereigns of antiquity and early Christian society. Starting from Christ Victor and King, they served to acclaim in Him his emperors, sovereigns, bishops and popes. 

In practice, through the repeated mantra, the prayer took on the function of affirming in the popular unconscious, the divine derivation of human power. In his book Laudes Regiae, a study of liturgical acclamations and of the Cult of the Sovereign in the Middle Ages, Ernst Kantorowicz defines them as an acclamation, which sound as the direct affirmation of the power and the glory in which the figure of Christ is that of the militant conqueror.

Through an analysis of the socio-political-communicative valency of the Laudes Regiae, expressions of a kind of medieval "political theology", surprising elements of continuity from certain aspects of the medieval world to our contemporaneity, become apparent. 

Giorgio Agamben asserts that modern power is not only “administration”, but also “glory” and the ceremonial, liturgical and acclamatory aspects which we are accustomed to consider as a residue of the past, actually still constitute the basis for Western power. The function of acclamations and glory, in the modern form of public opinion and consensus is still today at the heart of political devices of contemporary democracies.

The innovation of our times is in the function of the media in determining a new and unheard of concentration, multiplication and dissemination of the function of glory as the centre of the political system. That which once was confined to the liturgical and ceremonial spheres is now concentrated in the media and, together, through these, it spreads and penetrates into every moment and every area, public and private, of society. 

Contemporary democracy is a democracy which is integrally based on glory, that is, on the potency of the acclamation, multiplied and disseminated by the media in the form and according to the strategies of spectacular power.
Laudes Regiae è un’opera che propone collegamenti trasversali tra eredità storica, percorso spirituale e contemporaneità socio-politica. Realizzata per gli spazi dell’ex Convento dei Santi Cosma e Damiano, edificato nel XVI secolo, consiste in diciassette elmi di vetro soffiato e satinato ispirati a una celata del XIV secolo, in immagini proiettate con diverse tecniche del Lupo di Passau, ossia il marchio che veniva punzonato sulle spade prodotte nel Medioevo nell’omonima cittadina tedesca e nella diffusione sonora delle cosiddette Laudes Regiae, ossia il coro per la Messa di Incoronazione del XI secolo. Laudes Regiae è il risultato della combinazione tra l’ambiente spoglio e minimale del Salone del Camino e i tre elementi installativi. L’illuminazione dell’ambiente è solamente quella solare, filtrata e diffusa da veli di tessuto bianco sistemati alle finestre così da rendere l’ambiente omogeneo, avvolgente e ieratico. Il titolo, Laudes Regiae, si riferisce alla definizione data ad un genere di invocazione liturgica con cui si accompagnava l’incoronazione dei sovrani nell’antichità e nella società cristiana. La figura di Cristo vincitore e re veniva utilizzata per acclamare imperatori, sovrani, vescovi e papi.

In pratica, con il “mantra” della ripetizione corale, la preghiera assumeva la funzione di confermare nell’inconscio popolare la derivazione divina del potere temporale.
Ernst Kantorowicz in Laudes Regiae, uno studio sulle acclamazioni liturgiche e sul culto del sovrano nel Medioevo, le definisce acclamazione che suona come affermazione diretta della potenza e della gloria in cui la figura di Cristo è quella militante del conquistatore. Attraverso un’analisi della valenza socio-politica-comunicativa delle Laudes Regiae, espressione di una sorta di “teologia politica” medievale, si possono notare sorprendenti elementi di continuità tra alcuni aspetti del mondo medievale e la nostra contemporaneità. G. Agamben in Il Regno e la Gloria ritiene che il potere moderno non è soltanto “governo”, ma anche “gloria” e “gli aspetti cerimoniali, liturgici e acclamatori che siamo abituati a considerare come un residuo del passato costituiscono invece tuttora la base del potere occidentale.

La funzione delle acclamazioni e della gloria, nella forma moderna dell’opinione pubblica e del consenso è tuttora al centro dei dispositivi politici delle democrazie contemporanee”. La novità dei nostri tempi consiste nel ruolo dei media nel determinare una nuova e inaudita concentrazione, moltiplicazione e disseminazione della funzione della gloria come centro del sistema politico. Ciò che restava un tempo confinato nelle sfere della liturgia e dei cerimoniali si concentra nei media e, insieme, attraverso di essi, si diffonde e penetra in ogni istante e in ogni ambito, tanto pubblico che privato, della società. La democrazia contemporanea è una democrazia integralmente fondata sulla gloria, cioè sull’efficacia dell’acclamazione, moltiplicata e disseminata dai media nelle forme e secondo le strategie del potere spettacolare.

In occasione della 52^ Biennale di Venezia. Catalogo con testi di Maria L. Brunelli, Beppe Caccia, Manuel Frara, Paolo Toffolutti, Saramicol Viscardi. Opera: Laudes Regiae, installazione, 17 elementi in vetro serie Celata, 44x32x32 cm cad., audio, proiezione luminosa, misura dell’installazione 3000x1000 cm.